Politiche di inclusione, ma anche diversità ed eguaglianza dovrebbero essere prioritarie per ogni datore di lavoro.
Qualunque sia il settore e a prescindere dalla grandezza di un’azienda, bisognerebbe prestare particolare attenzione alla diversità e considerarla un valore aggiunto.
Una forza lavoro diversificata può infatti essere vantaggiosa per la crescita aziendale.
Perché è importante dare valore a diversità e inclusione?
Innanzitutto, da un punto di vista etico e morale, bisogna dare valore a diversità e inclusione già durante la ricerca del personale.
Questo permetterà alle persone di sentirsi a loro agio perché avranno pari opportunità già in fase di reclutamento.
Mantenere la diversificazione all’interno del team grazie alle politiche di inclusione, inoltre, avrà effetti positivi per quanto riguarda il benessere e la produttività dei dipendenti. Ma non solo.
È importante anche perché permette di mettere a confronto differenti punti di vista, idee e capacità, incrementando così le performance e aumentando il tasso di innovazione.
Infine rende l’impresa appetibile non solo agli occhi del cliente ma anche di possibili investitori.

Indice D&I: le politiche di inclusione e diversità nel mondo
Il Diversity & Inclusion Index (o Indice D&I) elaborato da Refinitiv, misura le politiche di inclusione e diversità di oltre 11.000 aziende nel mondo.
L’indice D&I si basa su 4 punti fondamentali:
- Disabilità
- Etnia
- Genere
- Età
Di seguito alcuni dati relativi all’analisi fatta nel 2021:
- L’azienda al primo posto nella top 100 è Gap Inc (Stati Uniti) con punteggio D&I 86
- Gli Stati Uniti hanno i migliori punteggi D&I (ben 25 aziende nella top 100)
- Il settore più inclusivo è di software e servizi IT
- L’Italia guadagna il 7° posto nella top 100 grazie a Enel SpA (punteggio D&I 79)
- Nel tessile e abbigliamento, la prima azienda è adidas AG (Germania) al 49° posto seguita dall’azienda italiana Salvatore Ferragamo SpA al 61° con un punteggio D&I di 71,5
- Telecom Italia SpA, all’8° posto nel 2020, nonché prima azienda italiana nella top 100, nel 2021 si piazza al 42° posto
Politiche di inclusione: le Linee Guida
Sulla base di questi punti, il Global Compact Network Italia delle Nazioni Unite ha pubblicato le Linee Guida Diversity & Inclusion in azienda.
Un documento nato dalla collaborazione tra l’Osservatorio Diversity & Inclusion (D&I) dell’UN GCN Italia, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) e l’Associazione Italiana Direzione Personale (AIDP).
Queste linee guida nascono con lo scopo di fornire alle aziende la normativa nazionale e internazionale in merito alle politiche di inclusione e diversità, e di spiegare quanto siano importanti suddette politiche per la crescita delle imprese.
Parità di Genere
La parità di genere, con l’approvazione della legge sulla parità salariale, è stata inclusa nel PNRR come una delle priorità in termini di inclusione sociale.
I temi da tenere sempre in considerazione: pari opportunità, libertà dalla violenza di genere, eliminazione delle discriminazioni legate all’identità di genere, accesso alla leadership, benefit per figli a carico, congedo di maternità e paternità.
Lo smartworking forzato durante la pandemia ha alterato le possibilità a favore di donne e neo-genitori, per questo è necessario un ripensamento del work-life balance che tenga conto di come il luogo di lavoro coincida sempre più spesso con l’abitazione.
Disabilità
Per i lavoratori con disabilità rimane un’oggettiva difficoltà culturale legata a pregiudizi e rischio di discriminazione, includendo sia le neurodiversità che la disabilità di riflesso.
Qui può entrare in gioco la figura del disability manager, che già dalla fase di recruiting diventa responsabile del riconoscimento di un’adeguata retribuzione, adattamento di spazi e barriere architettoniche, concessione di flessibilità oraria, di smartworking o di teleformazione.
Inserimento dei Migranti
Ridurre le disuguaglianze nella categoria dei Migranti significa parlare di Lavoro dignitoso e crescita economica, un impegno a cui sono chiamate le Aziende, gli Enti e le Cooperative nel proteggere il diritto al Lavoro.
Da parte delle istituzioni è necessario promuovere l’inclusione socio-lavorativa senza discriminazione alcuna riguardo all’etnia.
Il lavoratore migrante deve infatti essere considerato non solo in quanto categoria vulnerabile, spesso caratterizzata dall’intersezionalità, ma anche come risorsa arricchente, in base alle proprie competenze ed aspirazioni, per la diversità dell’azienda e della società intera.
Giovani NEET – not in
education, employment not training
Inoccupazione, disoccupazione e inattività nella fascia 18-35 rappresentano grandi sfide in termini di effetti sulla salute mentale: i dati dimostrano che il rischio di conseguenze psico-sociali raddoppia nel caso dei NEET, laddove mancano i riferimenti e le speranze educative e lavorative.
Per contrastare questo fenomeno, è necessario che i Manager e le figure HR promuovano una cultura consolidata di work-life balance e welfare aziendale, insieme alla flessibilità spazio-temporale, caratteristiche lavorative fortemente considerate dalle nuove generazioni.
Leggi qui il documento completo
Diversity Brand Index e Diversity Brand Summit: di cosa si tratta?
Il Diversity Brand Index (DBI) è un indice che serve per misurare le politiche di inclusione delle aziende in un’ottica customer based. Ma cosa significa?
In buona sostanza le imprese vengono dapprima valutate sulla base delle percezioni del consumatore (survey web) quindi da un Comitato Scientifico di esperti che ne verifica il reale impegno in ambito D&I.
Il Diversity Brand Summit è invece un evento annuale in cui non solo si discute di politiche di inclusione e diversità, ma si analizzano i dati emersi dal DBI e si premia il brand più inclusivo.
Marianna Prandi
Le puntate di Lavoro Informa su questo tema: