Esistono tanti tipi di etichette di certificazioni. Bio, Dop, Doc, Emas, Iso 9001.
Da poco c’è la possibilità di aggiungere alla lista l’etichetta di claim sostenibile certificato.
La sostenibilità si compone di aspetti economici, sociali e ambientali. Come declinarli è una libera scelta, ma il punto di equilibrio sostenibile fa riferimento a un mix etico, chiaro nella mente degli scienziati che hanno lavorato al concetto.
Un esempio?
Potrei anche produrre maglie di plastica riciclata, risparmiando materia prima cotone e riducendo il rifiuto di bottiglie, ma se nel mio flusso produttivo utilizzassi minori sottopagati, dichiarare sostenibile quella produzione sarebbe immorale.
Se lo facessi abuserei del termine, ed entrerei in quella formula correlata che si chiama fenomeno greenwashing.
La definizione di greenwashing è quella di: “ecologismo o ambientalismo di facciata”.
Il nodo è complesso, ma la sostanza è che la sostenibilità contiene un valore etico che deve essere misurato e rispettato pena ricadere nella critica filosofica di Latouche, il filosofo della decrescita il quale afferma che sostenibile è solo un aggettivo di facciata che copre l’insostenibilità dello sviluppo.
[sviluppo e sostenibilità] “sono un ossimoro, cioè opposti, perché la sostenibilità attribuisce un valore qualitativo allo sviluppo che invece è legato ad un concetto di economia quantitativa e si basa sul consumo a senso unico di risorse che invece stanno per esaurirsi, come quelle naturali.”
Serge Latouche
La base del concetto di sostenibilità è proprio quella di porre limiti alla positività del concetto di sviluppo economico, aggiungendo alla positività della crescita un purchè riconducibile al rispetto dell’equilibrio della vita stessa, nel rispetto delle generazioni future.
Occorre preservare il pianeta. Le città. I luoghi di villeggiatura. Ogni crescita deve essere sostenibile: maturata, pensata, regolata in quel senso.
Non possiamo crescere senza pensare alle generazioni successive.
E di cosa c’è e ci sarà bisogno per vivere? Di risorse naturali, di aria pulita, di acqua ma anche di reddito redistribuito, di rispetto tra i generi. Di protezione dei bambini. La sostenibilità ci parla di un mondo migliore.
Dal 1987 ad oggi, il termine sostenibile si è arricchito di concetti ma anche di claim con la specifica sostenibile talvolta usati a sproposito.
La valenza etica del termine necessità di una verifica del corretto utilizzo del concetto di sostenibilità e uno strumento in più in questa battaglia è data dalla certificazione del claim che ne fa uso.
Un claim per sua natura viene inventato da creativi che non sempre hanno quelle competenze per capire se stanno maneggiando il concetto attribuendo il giusto significato.
Per questo l’organismo accreditato EthicsGO è in grado oggi di controllare l’attività di verifica e validazione dei claim svolta e allo schema proprietario “certiClaim Sustainability Programme”.
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Sabrina Di Napoli
grafiche di Alice Breda
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